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Dentista all'estero? No, Grazie!

In tempi di crisi il costo del dentista è diventato per molte famiglie difficilmente sostenibile ed ecco allora che la tanto di moda globalizzazione consente di poter andare a fare quelle cure in Paesi dell’est Europa, o altrove, dove i costi sono significativamente inferiori. Esistono addirittura agenzie che organizzano viaggi del sorriso con autobus dove si abbinano le terapie dal dentista alla visita della città. Spesso chi ha problemi di denti valuta unicamente l’aspetto economico ma ci sono anche altri aspetti che vorrei illustrare a chi avrà la pazienza di leggere questo trafiletto.
Per quanto riguarda i prezzi è ovvio che in Paesi dove il costo della vita (dove gli stipendi sono mediamente di 200 € al mese o anche di meno, come in Romania, Bulgaria, Ucraina) e il regime di tassazione sono notevolmente inferiori al nostro anche il costo del dentista è rapportato alla situazione locale (anzi in rapporto ai costi di quei Paesi le tariffe applicate dai dentisti ai pazienti che vengono dall’estero sono in proporzione molto alte rispetto ai prezzi applicati ai pazienti del luogo!). Senza voler dilungarsi troppo su questo aspetto che il paziente potrebbe commentare “si vabbè ma in fondo a me che importa? Basta che risparmio io!” vorrei invece porre l’accento su altri aspetti che lo dovrebbero sicuramente interessare. Tralascio il discorso sulla professionalità dei dentisti esteri (ci sono colleghi molto bravi e capaci ovunque quindi asserire noi siamo i migliori sarebbe stupido, poi, per quanto riguarda i cattivi medici, se ne trovano anche qui da noi quindi non ha senso porre l’argomento) e il rispetto delle norme igieniche e i rischi per la salute (bisogna fare attenzione a dove si va, comunque è anche vero che all’estero esistono strutture ben attrezzate e con protocolli di disinfezione e sterilizzazione simili ai nostri, comunque attenzione: NON E’ SEMPRE COSI’).
Problema molto rilevante che si ripercuote sulla qualità delle prestazioni, e quindi sui risultati a medio-lungo temine, sono innanzitutto i tempi in cui vengono portate a termine le terapie: curare dei denti, aspettare la guarigione di eventuali infezioni, fare tutti i passaggi necessari per dare il miglior risultato estetico e soprattutto fare tutte le prove necessarie per realizzare una protesi precisa e di qualità richiede, talvolta, anche molti mesi: fare tutto in pochi giorni non significa, come qualcuno potrebbe pensare, essere più bravi ma significa ovviamente che qualcosa può essere, volontariamente o non, tralasciato perché il vecchio detto “la gatta frettolosa fece i figli ciechi” è sempre vero. Mi capita sempre più spesso di vedere lavori realizzati in maniera troppo frettolosa che comportano poi problemi anche importanti (infezioni ai denti, perdita di impianti, protesi imprecise che causano problemi gengivali, ecc..) che non sono risolvibili se non rimuovendo tutta la riabilitazione protesica (che il paziente mostrava fieramente dicendo di aver risparmiato più della metà dei costi andando all’estero), salvando il salvabile e rifare completamente la riabilitazione protesica con costi spesso più alti di quelli che il paziente avrebbe pagato nella situazione iniziale. E qui si propone un altro problema che è quello della garanzia che tutti i centri esteri si vantano di offrire al paziente che si rivolge loro. A parte casi (e non sono pochi) dove la garanzia promessa poi non viene data asserendo che il paziente non ha più eseguito i “necessari” controlli (vorrei vedere quanti fanno un viaggio all’estero solo per fare una visita di controllo periodica) o il problema si è verificato per sua negligenza (e immaginate di dover intentare una causa civile internazionale!), anche nel caso di centri disponibili a fornire la garanzia, i pazienti sono costretti a numerosi viaggi (che a quel punto il paziente deve organizzarsi da solo!) e a spese aggiuntive e stranamente in questi casi i trattamenti hanno tempistiche molto più lunghe o notevolmente invalidanti (tipo estrazione di tutti i denti) per cui spesso è lo stesso paziente a rinunciare.
Attualmente questo fenomeno dei viaggi della speranza (di risparmiare) si sta contraendo perché mentre all’inizio, ovviamente tutti, o quasi, sono soddisfatti del loro nuovo sorriso low-cost, con il tempo sempre più persone stanno avendo problemi, anche seri, e non è poi facile (direi quasi impossibile) trovare un dentista nostrano (prima magari additato come ladro) che si prenda l’onere di mettere le mani su un lavoro complesso che può essere risanato solo rifacendolo di sana pianta.
Oggi molti studi dentistici italiani (tra cui ovviamente il nostro) hanno un’attenzione particolare all’aspetto economico , per cui prima di rivolgersi all’estero (dove magari potrebbero anche esserci problemi di comprensione con la lingua) parla con il tuo dentista di fiducia che conosci da molti anni o, se vuoi cambiare, cercane uno che ti ispiri fiducia e professionalità e che applichi tariffe ETICHE: insieme a lui puoi trovare la giusta soluzione ad un prezzo vantaggioso, può venirti incontro con la giusta soluzione di pagamento ed offrirti un lavoro di qualità a costi che rispetto a qualche anno fa sono sensibilmente inferiori e comunque rimane sempre un importante riferimento per qualsiasi problema tu abbia (più di una volta ho visitato o curato i miei pazienti di domenica o in giorni festivi). Pensi di trovare tutto questo in un dentista all’estero trovato su internet o consigliato dall’amico rumeno?
Di seguito trovi degli articoli che trattano il problema, ovviamente io ho decine di testimonianze personali di pazienti (alcuni veramente disperati per essersi illusi di poter risparmiare per ritrovarsi poi con infezioni serie e la necessità di dover buttare via tutto il lavoro) ma che per motivi di privacy non posso riportare, comunque, come diceva qualcuno. “meditate gente, meditate!”.


http://wwww.odontoiatricaromaquattro.it/wordpress2/wp-content/uploads/2011/10/Articolo_Resto_del_Carlino.pdf


http://www.andi.it/dalla-presidenza/comunicati-stampa/cure-dentali-allestero-ecco-tutti-i-rischi-prada-andi-ormai-in-calo-il-turismo-odontoiatrico/



http://www.larena.it/home/cronaca/un-calvario-le-cure-dentistiche-all-est-1.2628805?refresh_ce#scroll=823


http://territo.it/news.aspx?ln=en&id=14&n=664


http://www.giornalettismo.com/archives/781023/turismo-dentale/2/

https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:0xl9_tL-H18J:https://portale.fnomceo.it/fnomceo/showArticolo.2puntOT%3Fid%3D147210+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it

un’immagine che non vuole essere provocatoria o irriverente verso le strutture sanitarie estere ma inserita solo perché divertente.. e il sorriso è il nostro mestiere.

Pazienti allergici al lattice
Il lattice è il principale componente della gomma naturale con cui vengono prodotti numerosi oggetti utilizzati sia in campo medico che nella vita quotidiana. Chiunque può essere, o diventare, allergico al lattice data la sua presenza in tantissimi oggetti di uso quotidiano e con cui si interagisce con il contatto con la pelle, le mucose, la via inalatoria (respirazione), la via parenterale (es. iniezioni, prelievi, vaccini, tatuaggi, piercing, ecc..), ed è un fenomeno in crescente aumento che talora può avere conseguenze estremamente gravi. Come detto tutti possono diventare con il tempo allergici al lattice (sensibilizzandosi alle proteine in esso contenute) ma esistono categorie più a rischio di altre: operatori sanitari e chi lavora nell’industria della gomma (a causa del continuo contatto con la sostanza allergenica), soggetti asmatici o che presentino altre allergie in particolare quelle alimentari (e quindi sono soggetti topici, più predisposti), soggetti che abbiano subito ripetuti interventi chirurgici in età infantile (es. bambini con spina bifida o malformazioni dell’apparato uro-genitale), soggetti sottoposti ad emodialisi cronica. L’allergia, che si manifesta in soggetti sensibili, è causata dalle proteine del lattice (ad elevata attività antigenica) che, come in tutte le allergie, scatenano una serie di eventi nell’organismo con produzione di sostanze chimiche che determinano tutte le manifestazioni cliniche dell’allergia che possono interessare la pelle e le mucose (arrossamento, prurito intenso, eruzioni cutanee), le vie respiratorie (crisi asmatiche, fame di aria, edema delle vie aeree fino al soffocamento) e il sistema cardiocircolatorio (con grave stato di shock e collasso): in casi di estrema gravità si può pertanto arrivare a situazioni di shock anafilattico e perfino alla morte. Chi è allergico al lattice e deve per necessità curarsi o sottoporsi ad un qualsiasi intervento chirurgico dal più banale (es. una cura di un dente) a quelli più complessi spesso trova difficoltà nel trovare una struttura che sia sensibile al problema e sia organizzato nel fornice procedure mediche latex-free. Spesso, a causa di mancanza di attenzione verso il problema o vera e propria ignoranza delle conseguenze, mi è capitato, anche personalmente, di veder visitare e trattare persone allergiche al lattice in ambienti pieni di dispositivi medici al lattice addirittura con guanti in lattice (perché non c’era un guanto medicale alternativo) pensando che bastasse una compressina di cortisone o un pluff di broncodilatatore per risolvere il problema. In realtà soggetti allergici al lattice che si espongono a procedure invasive, ma che anche semplicemente rimangano in un ambiente saturo di proteine del lattice, possono rischiare conseguenze anche molto gravi. E attenzione non basta che il medico usi un guanto latex-free se la stanza in cui sta visitando il paziente è saturata di proteine del lattice a causa dell’uso nei pazienti precedenti di normali guanti in lattice magari con talco (che funge da vettore di trasporto per le proteine del lattice): si eviteranno le manifestazioni dovute al contatto con la pelle e le mucose ma si rimarrà comunque esposti a tutti i rischi derivanti dall’inalazione che sono quelli più gravi e rischiosi. Sono state segnalate gravi reazioni allergiche (alcune culminate con il decesso del paziente) in soggetti sensibilizzati al lattice e sottoposti ad esplorazioni ginecologiche, manovre endoscopiche, trattamenti dentistici che abbiano richiesto uso di guanti o altri dispositivi in lattice. Oggi fortunatamente inizia ad esserci una certa sensibilità verso il problema e diverse Regioni stanno emanando linee guida per le aziende ospedaliere regionali per il trattamento di pazienti allergici al lattice (es. Regione Lombardia) ma ancora molto c’è da fare, specie per quanto riguarda le strutture e, nel nostro caso, gli studi dentistici privati. Per quanto riguarda i nostri ambulatori dentistici siamo tra le poche strutture sensibili al problema operando con dispositivi latex-free e fornendo ai soggetti allergici grande sicurezza e tranquillità sotto questo aspetto.
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Come spazzolarsi i denti
Una corretta igiene orale domiciliare è la principale forma di prevenzione contro tutti i problemi di denti e gengive: carie, gengivite, parodontite. Spazzolare almeno due volte al giorno i propri denti è necessario per preservare il proprio sorriso da spiacevoli problemi. Ma non è sufficiente “muovere” lo spazzolino avanti e indietro o verso l’alto e il basso per poter rimuove dai denti i depositi di placca e residui di cibo: lo spazzolamento per poter essere efficace deve essere fatto nella maniera corretta.
Vediamo i vari presidi da utilizzare nelle pratiche di igiene orale quotidiane.
Spazzolino: salvo diverse indicazioni da parte del dentista lo spazzolino deve avere setole artificiali (nylon) di durezza media e va sostituito dopo circa 3 mesi. Spazzolini morbidi possono essere utili in seguito a interventi di chirurgia orale o parodontale o in pazienti che spazzolano in maniera troppo aggressiva. Esistono spazzolini speciali per bambini (con testina ridotta), per portatori di apparecchio ortodontico. Da alcuni anni vengono utilizzati spazzolini elettrici con testine che effettuano movimenti rotatori: sono validi ma vanno anche essi utilizzati nella maniera corretta.
Dentifricio: prodotti che agevolano la rimozione della placca dalla superficie dentale. Ne esistono di molte tipologie contenenti principi attivi per esigenze specifiche (per denti sensibili, per problemi gengivali, ad azione lievemente e temporaneamente sbiancante). Per situazioni specifiche il dentista vi indicherà il dentifricio più idoneo, in generale preferire prodotti contenenti fluoro che aiutano a rinforzare e proteggere lo smalto dentale contro la carie, evitandone l’uso nei bambini sotto i 3 anni di età.
Filo interdentale: presidio indispensabile per la pulizia degli spazi interdentali stretti. Ne esistono di cerati (per agevolarne lo scorrimento) e non cerati. In commercio si trovano dei fili specifici per portatori di protesi fisse o apparecchi ortodontici. Per chi avesse difficoltà nell’utilizzo del filo si trovano in commercio apposite forcelle tendifilo. Scovolino: dispositivo simile a un piccolo spazzolino che sostituisce l’uso del filo interdentale negli spazi tra i denti non troppo stretti o al di sotto di ponti fissi. Ne esistono di diverse forme e diametri: va scelto quello della misura più idonea per evitare di forzare troppo il solco e ferirsi quindi la gengiva.
Collutorio:soluzioni pronte all’uso per fare sciacqui orali. Si distinguono in medicati (venduti in farmacia), con principi attivi specifici (antibatterici, antinfiammatori, cicatrizzanti) e non medicati che hanno solo azione rinfrescante dell’alito). Ad oggi l’unico collutorio ad azione antiplacca riconosciuta è quello contenente clorexidina, utilizzato come coadiuvante nei trattamenti della gengivite e parodontite e a seguito di interventi di chirurgia orale, parodontale o implantare come sostituto dello spazzolamento per brevi periodi di tempo (potendo causare pigmentazioni nerastre di denti e mucose che possono comunque essere agevolmente rimosse con pulizia dentale professionale). L’uso di collutori medicati va prescritto dal dentista per il trattamento del problema specifico.
Idropulsore: apparecchio che produce getti d’acqua a pressione utile per rimuovere residui alimentari al di sotto di ponti fissi. Non sostituisce l’uso dello spazzolino non riuscendo a rimuovere la placca batterica dai denti.
Cos’è la carie, come prevenirla
La carie dentale è un processo di demineralizzazione della parte dura del dente che esita nella formazione di una cavità, operato da acidi prodotti dai batteri adesi alla superficie dei denti che costituiscono la placca batterica. La placca batterica è costituita da colonie di batteri diversi che si depositano sui denti aderendo tenacemente ad essi. Essendo di colore biancastro la placca batterica non è visibile ad occhio ma può essere messa in evidenza con l’uso di compresse rivelatrici della placca (vendute in farmacia) che la colorano. Insieme ai residui di cibo la placca va a costituire un deposito molliccio bianco-giallastro sui denti che può essere rimosso con lo spazzolamento dentale, ma che, se non eliminato, si calcifica per deposizione di sali di calcio contenuti nella saliva divenendo tartaro che può essere rimosso solo dal dentista con una pulizia professionale. I batteri che formano la placca sono organismi viventi che devono alimentarsi per vivere utilizzando i residui di cibo che rimangono in bocca e tra i denti prediligendo sostanze zuccherine, facilmente metabolizzabili. A seguito dell’utilizzo di queste sostanze vengono prodotti acidi che vanno ad intaccare lo smalto dei denti fino a creare una cavità che si approfondisce sempre di più fino a distruggere il dente. Nelle fasi iniziali la carie non dà nessun sintomo; quando il dente viene interessato nella parte interna più profonda, esso inizia ad essere sensibile agli stimoli termici (caldo e freddo), alle sostanze dolci, alla pressione masticatoria, fino a che il processo carioso arriva in prossimità della parte viva del dente: la polpa dentale (comunemente nota come nervo del dente) determinandone l’infiammazione e rendendo necessaria la devitalizzazione del dente (rimozione di tutta la polpa dentale). La cariorecettività (tendenza a sviluppare la carie) è diversa per ogni soggetto: le caratteristiche e la resistenza dello smalto sono geneticamente determinate e decise quindi da “madre natura” ma si può intervenire in diverse maniere per prevenire l’insorgenza e le complicazioni della carie: igiene orale: spazzolare almeno due volte al giorno correttamente i denti, rimuovendo la placca batterica da denti e gengive; usare un dentifricio al fluoro per proteggere la superficie dello smalto; Dieta: ridurre l’assunzione di cibi e bevande dolci: lo zucchero è l’alimento preferito dai batteri della placca; Controlli periodici dal dentista: un controllo e un’igiene orale professionale ogni 6 mesi è fondamentale per salvaguardare la salute della bocca e individuare nelle fasi iniziali problemi ai denti e alle gengive riducendo così fastidi, dolori e costi (il miglior modo per risparmiare dal dentista è controllarsi spesso in modo da non dover intervenire su denti molto compromessi con terapie più lunghe e complesse). Nei bambini è possibile sigillare i solchi dei molari, proteggendoli dalla carie, in maniera rapida, indolore ed economica.
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Nel seguente filmato viene spiegata l’evoluzione e il trattamento della carie dentale.


Mentre qui trovi delle utili indicazioni igieniche e alimentari per la prevenzione del processo carioso.

Cos’è la malattia parodontale, prevenzione e trattamento
La malattia parodontale, nota anche come piorrea o gengivite espulsiva, è una malattia a decorso cronico che colpisce i tessuti in cui è contenuto il dente e che lo sostengono (osso alveolare e gengiva). La causa della malattia parodontale è la placca batterica formata da diversi tipi di batteriche vivono sui denti e gengive producendo sostanze che determinano un’infiammazione dei tessuti di sostegno del dente: in una prima fase viene interessata solo la gengiva (si parla di gengivite) che appare arrossata, dolente e sanguina con facilità; successivamente viene interessato anche l’osso intorno alla radice del dente (si parla di parodontite) con formazione di sacche (tasche parodontali) che possono infettarsi dando ascessi, continua perdita di osso di sostegno fino alla mobilità del dente che aumenta progressivamente fino alla sua perdita. La malattia parodontale generalmente interessa gli adulti oltre i 40 anni (ma esistono anche forme più gravi che insorgono in persone più giovani); ha una predisposizione familiare (interessa più facilmente persone che abbiano avuto in famiglia questa patologia) ed è aggravata da diversi fattori quali: fumo, diabete, squilibri ormonali (gravidanza, menopausa), forti situazioni di stress, assunzione di alcuni farmaci. E’ una malattia a decorso cronico, per cui lasciata a se porta alla perdita dei denti, ma con una corretta motivazione è possibile tenerla sotto controllo. Come prevenirla: corretta e scrupolosa igiene orale quotidiana, igiene professionale dal dentista ogni 6 mesi (o meno in soggetti particolarmente predisposti), non fumare. Come curarla: la prima fase consiste in una diagnosi precisa e un’attenta visita in cui si valuta la situazione di ogni singolo dente, cui segue una bonifica orale con un’accurata e profonda igiene orale professionale e l’istruzione e motivazione del paziente ad una corretta igiene orale domiciliare. Segue poi una seconda fase in cui si rivaluta la situazione ed eventualmente si decide se mantenere solo un regime di igiene orale oppure programmare trattamenti chirurgici mirati per ridurre le tasche o rigenerare i tessuti persi.
malattia-parodontale
GENGIVITE



In questo video viene spiegata l’evoluzione della malattia parodontale, come trattarla e soprattutto come prevenirla.

Come rimettere i denti mancanti, metodiche a confronto
I denti svolgono diverse funzioni. Sono indispensabili per la prima fase del processo digestivo: prensione e triturazione del cibo, ma hanno anche un ruolo determinante nella fonazione, nell’equilibrio posturale dell’individuo (è ormai accertato che malocclusioni o mancanza dei denti possono avere ripercussioni a livello della postura con la comparsa di dolori cervicali, alla schiena, ecc..) e nell’aspetto estetico della persona (non solo perché un bel sorriso ci rende più giovani, ma anche perché i denti sostengono i tessuti molli delle guance e del labbro evitando che si aggrinziscano). Perdere uno o più denti viene spesso sottovalutato divenendo un problema solo quando viene perso un dente in una zona visibile. In realtà quando viene perso un dente si creano una serie di spostamenti e di modifiche nella dentatura rimanente che la rende più suscettibile a sviluppare carie e problemi gengivali nei denti adiacenti a quello perso; l’efficienza masticatoria diminuisce e gli elementi rimasti sono “costretti” a dover lavorare di più per compensare quello mancante; possono crearsi dei contatti anomali nella dentatura che possono col tempo evolvere in problemi a livello delle articolazioni della mandibola, dei muscoli masticatori e posturali, a volte difficili a gestire. Più denti vengono persi, più queste condizioni si amplificano e si aggravano.

Questo video mostra bene le modificazioni e le alterazioni che avvengono quando viene perso un dente !



Per rimettere i denti persi e riavere una dentatura efficiente esistono diverse possibilità:

Protesi mobili: realizzate quando mancano diversi elementi dentali su entrambi i lati o per sostituire provvisoriamente uno o pochi denti mancanti. Vantaggi: di veloce realizzazione, economica, può essere modificata se nel tempo vengono persi altri denti. Svantaggi: deve essere tolta e rimessa per le manovre di igiene orale; è ingombrante; aumenta il ristagno di cibo e placca intorno ai denti rimasti; necessita di ritocchi, specie all’inizio, per adattarla alle gengive su cui appoggia; manutenzione periodica per adattarla ai tessuti gengivali che si modificano nel tempo; estetica limitata per la presenza di ganci metallici.



protesi-mobile

Protesi fissa tradizionale: le cosiddette capsule o ponti fissi. Consentono di rimpiazzare denti mancanti ancorandosi ai denti adiacenti che vengono ricoperti. Vantaggi: i denti sono fissi; l’ingombro è quello dei denti naturali, la ceramica dà un effetto molto naturale ai denti rimessi. Svantaggi: è necessario coinvolgere i denti adiacenti per poter rimettere quello/i mancante/i.



protesi-fissa

Implantoprotesi: sfrutta radici artificiali in titanio per sostenere capsule o ponti senza necessità di toccare i denti adiacenti. In base al caso specifico si possono realizzare protesi fisse su impianti o, in caso di mancanza di tutti i denti, anche protesi mobili ancorate su impianti, molto stabili. Vantaggi: denti fissi o, nel caso di protesi mobili ancorate ad impianti, comunque estremamente stabili; non vengono coinvolti i denti adiacenti. Svantaggi: due fasi di trattamento (inserimento degli impianti e realizzazione della protesi) con tempi generalmente più lunghi, costi in relazione alla complessità della riabilitazione.



impianti

In base alla Vostra situazione specifica e alle Vostre esigenze, il dott. Farana Vi consiglierà le migliori soluzioni per poter rimettere i denti mancanti e tornare subito a sorridere perché “ un giorno senza un sorriso è un giorno perso” (Charlie Chaplin).


Nuove frontiere dell’implantologia orale
Il dott. Farana esercita l’implantologia orale dal 2004 dando sempre un’attenzione particolare all’evoluzione delle tecniche, dei protocolli e dei materiali in questo campo. Si è perfezionato in Chirurgia orale ed Implantologia presso l’Università degli Studi di Chieti. Agli inizi l’implantologia era una specialità a cui il dentista si avvicinava con sospetto: le procedure e i protocolli chirurgici erano complicati, non si conoscevano bene le percentuali di successo per cui era una branca praticata da pochi professionisti che venivano visti quasi come luminari. Oggi il panorama è cambiato radicalmente: degli impianti si conosce molto e si è visto che, con un attento studio del caso clinico, le percentuali di successo dell’implantologia sono altissime; gli impianti ci consentono di poter rimettere denti fissi senza doverne rovinare altri o dare ai pazienti protesi estremamente stabili con una grande sicurezza nella masticazione laddove fino a qualche anno fa l’unica soluzione era una dentiera. Anche i protocolli operativi si sono evoluti consentendo riabilitazioni in tempi molto più rapidi e con procedure molto meno invasive. Fino a pochi anni fa a seguito di un’estrazione bisognava attendere almeno un anno prima di procedere all’inserimento di un impianto che doveva essere rigorosamente ricoperto dalla gengiva per il periodo fino a 6 mesi necessario al suo attecchimento (osteointegrazione), dopodichè seguiva un secondo piccolo intervento per “scoprire” l’impianto e finalmente si potevano rilevare le impronte per poter rimettere il dente sull’impianto. La procedura era quindi molto lunga e complessa. Oggi le procedure sono molto cambiate e semplificate (ovviamente alla luce di studi scientifici che ne consentono l’utilizzo). Spesso è possibile inserire l’impianto nella stessa seduta dell’estrazione e, in casi selezionati, inserire già da subito un provvisorio fisso. Laddove possibile, l’inserimento dell’impianto viene fatto senza incidere la gengiva e senza applicare punti di stura, quasi mai è necessario il secondo intervento di scopertura mentre i tempi di attecchimento degli impianti, dopo di che si può realizzare la protesi definitiva, si sono ridotti a meno di 3 mesi. Nelle riabilitazioni complesse per la mancanza di tutti i denti esistono protocolli chirurgici e protesici che consentono, con un numero minimo di impianti messi in punti strategici, di posizionare un provvisorio fisso nell’arco anche della stessa giornata o della successiva, consentendo di poter riabilitare una bocca anche in casi di gravi riassorbimenti ossei laddove fino a poco tempo fa l’implantologia tradizionale non sarebbe stata realizzabile, con costi molto più contenuti. Le moderne tecnologie digitali consentono oggi di poter simulare l’inserimento degli impianti per una riabilitazione implanto-protesica con appositi software direttamente su un esame TAC del paziente: il medico decide quanti impianti andranno inseriti e dove posizionarli in maniera ottimale. Realizzata la simulazione, il caso può essere inviato immediatamente via computer a laboratori specializzati che, sulla base dello studio realizzato dal dentista, realizzeranno delle mascherine (dime) da utilizzare durante l’intervento per poter inserire gli impianti in bocca al paziente senza dover incidere la gengiva e senza dover mettere punti di sutura. E’ inoltre possibile inserire subito un provvisorio fisso già realizzato dal laboratorio sulla base della simulazione. I vantaggi sono molteplici: l’intervento è minimamente invasivo, rapido, senza dolore e senza gonfiore da parte del paziente; è possibile avere già da subito un provvisorio fisso. Attenzione anche se questa procedura di implantologia computer assistita sembra molto semplice, in realtà necessita di un attento studio del caso per verificare se il paziente ha alcune condizioni indispensabili ed è un candidato a poter ricevere questa tipologia di trattamento, per cui sarà il Vostro dentista, dopo una scrupolosa visita e l’analisi degli esami radiografici, a poterne stabilire la fattibilità. Di seguito un video esplicativo della procedura di implantologia computer guidata.

Come avere un sorriso splendente
Quante volte abbiamo invidiato il sorriso di quella presentatrice televisiva piuttosto che di quell’attore: potremmo pensare che solo le star dello spettacolo hanno la fortuna di nascere con una bocca bellissima e un sorriso meraviglioso. In realtà non è così: anche loro avevano i denti scuri o storti o un sorriso non proprio attraente (quarda qui http://www.nanopress.it/spettacoli/foto/denti-delle-star-foto-prima-e-dopo-le-cure_5503.html) ma la moderna odontoiatria ci consente in vari modi di poter avere una dentatura smagliante: vediamo le diverse tecniche a disposizione. - Trattamenti ortodontici: per avere un bel sorriso è indispensabile avere innanzitutto denti allineati in maniera regolare. - Sbiancamenti dentali: tecnica che utilizza particolari prodotti in gel applicati sulla superficie del dente per togliere le pigmentazioni intrinseche dei denti dando un sorriso più bianco, più brillante, più giovane. Per avere risultati soddisfacenti i denti devono avere tutti una colorazione omogenea e non devono presentare macchie o discromie (colorazioni) molto accentuate, devono essere ben allineati (inutile avere denti più bianchi ma tutti storti), non devono presentare otturazioni e ricostruzioni nelle zone visibili, non devono essere presenti corone (il colore delle otturazioni e delle capsule non si può schiarire e diventerebbero più visibili). - Otturazioni estetiche: se vogliamo avere un bel sorriso luminoso è importante rimuovere le vecchie “piombature” antiestetiche in amalgama, anche se in denti posteriori comunque visibili, sostituendole con moderni materiali estetici compositi. - Faccette dentali: quando si parla di “sorriso da star” si parla di faccette: sono dei sottilissimi gusci in ceramica incollati sulla superficie esterna dei denti che, in tempi rapidissimi, donano una dentatura perfetta. Oltre che per avere denti bianchi e splendenti, le faccette possono essere impiegate per risolvere inestetismi quali: colorazioni nerastre da antibiotici (xantodontia da tetracicline), leggeri problemi di allineamento dentale, diastemi (spazi tra i denti), denti anteriori troppo corti. - Corone dentali (le cosiddette capsule): vengono impiegate in caso di mancanza di alcuni denti o per ricoprire denti molto rovinati e indeboliti con grandi otturazioni. Oggi possono essere impiegate corone estremamente estetiche metal free (senza la parte interna e l’antiestetico bordino di metallo intorno alla gengiva). Sara il tuo dentista a consigliarti il trattamento più idoneo per darti il miglior risultato.

sorrisi
Paura del dentista
Quella del dentista è forse, tra le figure mediche, quella che incute nelle persone più disagio e, talvolta, vera e propria fobia. La gran parte delle persone si sottopongono alle cure dentistiche abbastanza tranquillamente (anche se nessuno è felice di farlo!) ma per qualcuno mettersi a sedere su quella “maledetta” poltrona diventa un problema veramente grande. L’odontofobia (paura del dentista) è un vero e proprio disturbo riconosciuto ufficialmente anche dall’OMS che spesso ha le sue radici in situazioni inconsce e irrazionali o in esperienze negative accadute tanti anni prima e che hanno lasciato un segno indelebile nelle nostre emozioni più nascoste. Per l’odontofobico il solo pensiero di trovarsi dal dentista causa una serie di disagi e sintomi che possono andare dalla tachicardia, sudorazione, senso di soffocamento, tremori, senso di svenimento fino a veri e propri attacchi di panico. Per questo chi ha un’esagerata paura del dentista rimanda costantemente il fatidico appuntamento cercando di rimediare ai suoi problemi di denti con l’assunzione di farmaci antidolorifici e antibiotici provocando talora gravi conseguenze alla loro salute trovandosi costretto a rivolgersi ad esso in situazioni gravemente compromesse e che richiedono interventi più complessi; ma, a causa della sua esagerata paura, l’odontofobico non collaborerà completamente con il medico né riuscirà ad aiutarlo nel suo lavoro rendendo la seduta estremamente stressante per lui e per il dentista che a volte non riuscirà a portare a termine le cure. L’odontofobia, tranne nelle situazioni più esasperate che possono richiedere un aiuto psicologico per essere trattate, in molti casi può essere affrontata, con pazienza, con una serie di accorgimenti. Innanzitutto non vergognarti dei tuoi timori: la paura è un sentimento del tutto normale. Come seconda cosa cerca di riflettere su quella che potrebbe essere la causa della tua paura: la paura ha radici nell’esperienza e nella memoria. Se per esempio in passato hai subito una devitalizzazione o un’estrazione particolarmente dolorosa o stressante pensa che comunque è stato un caso eccezionale: pensa quante altre volte hai fatto altre sedute dal dentista in cui non hai sentito alcun fastidio e comunque, se devi rifare terapie analoghe, fai presente la tua passata esperienza al dentista che metterà in atto ogni strategia per evitarti analoghe situazioni. Oggigiorno sia le tecniche di approccio al paziente da parte del dentista, sia le metodiche e le strumentazioni sono molto più evolute di un tempo: gli aghi da anestesia sono estremamente sottili ed indolori, inoltre con un po’ di anestetico spray su un batuffolo di cotone non si sente nemmeno il pizzico dell’ago; gli anestetici di ultima generazione sono molto performanti e danno una copertura totale contro il dolore; le procedure terapeutiche sono molto meno invasive di una volta grazie a strumentazioni evolute e, soprattutto, il dentista non ha nessun piacere nel farti sentire dolore quindi basta alzare la mano in qualsiasi momento durante la cura per fermarsi. CONSIGLI E STRATEGIE PER GLI ADULTI: 1. Affidati ad un dentista che ti ispiri fiducia, che comprenda il tuo disagio e sia paziente. Ovviamente sarei felice che riponessi la tua fiducia nelle nostre strutture. 2. Informati e chiedi sempre. Ciò che non si conosce fa più paura. Non informarti da solo su internet circa le terapie dentistiche: internet è un grandissima risorsa e un infinito serbatoio di informazioni ma, se non cerchi quello che ti serve o che è specifico per il tuo caso, possono essere fuorvianti e addirittura aumentare i tuoi dubbi e le tue insicurezze. Parla dei tuoi disagi con il tuo dentista, esponi le tue preoccupazioni e i tuoi dubbi, pretendi che vengano rispettati i TUOI tempi. Noi siamo sempre estremamente chiari sulle modalità delle cure e come vengono eseguite cercando di mettere sempre a proprio agio i nostri pazienti 3. Facciamo un passo alla volta: programma insieme al tuo dentista una serie di appuntamenti in cui affrontare gradualmente i problemi della tua bocca iniziando dalle terapie più semplici e meno impegnative. In questo modo affronterai le tue paure poco per volta. 4. Scrivi le tue emozioni. Prima di ogni seduta può essere utile prendere carta e penna e scrivere le tue paure ed sensazioni in riferimento alla seduta che dovrai affrontare dando anche un voto da 1 a 10 al dolore che pensi sentirai dandone poi un altro dopo la seduta: molto spesso il voto assegnato prima è molto più alto rispetto a quello riferito al dolore provato realmente. Questo può aiutarti a comprendere che spesso la paura di provare dolore è molto più grande della realtà. PREVENIRE L’ODONTOFOBIA NEI BAMBINI: CONSIGLI AI GENITORI Il ruolo dei genitori è molto importante per evitare che il bambino si trasformi da grande in un odontofobico.

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1. Scegli il giusto professionista. Ancora più che negli adulti è fondamentale che il medico sia molto paziente con il bambino e sappia metterlo a proprio agio. Nelle nostre strutture siamo estremamente sensibili ai bisogni e alle paure che prova il bambino nei primi approcci con il dentista. Ecco perché prendiamo il giusto tempo per la seduta che, specie le prime volte, deve essere poco formale e assolutamente non traumatizzante per il piccolo. Spieghiamo ogni passaggio della cura che dovrà essere praticata e lasciamo che il bambino ci faccia tutte le domande che servono per farlo sentire più tranquillo. 2. Porta il tuo bambino dal dentista già da piccolo. Molti pazienti mi chiedono informazioni circa l’età per far fare al proprio figlio il primo controllo dei dentini: considerando che i primi dentini arrivano già verso i 6 mesi e verso i due anni la dentizione da latte è spesso completa (i dati sono medie statistiche, anche molto variabili da soggetto a soggetto) io direi che un controllino verso il primo anno per vedere che sia tutto in regola e più che altro per dare dei consigli ai genitori è importante. Nei bambini già più collaboranti, oltre i 3 anni, noi consigliamo sempre ai genitori di portarli ogni tanto con loro in occasione di visite o appuntamenti poco impegnativi in modo che il bambino familiarizzi con l’ambiente. Se la prima visita del bambino dal dentista sarà in occasione di un feroce mal di denti che non lo ha fatto dormire la notte precedente e sarà necessario intervenire su un dente molto dolorante inevitabilmente l’esperienza non sarà per nulla positiva e la figura del dentista sarà associato al dolore. 3. Dai il buon esempio. Se vuoi evitare che tuo figlio abbia problemi ai denti devi essere prima tu a lavarti regolarmente i denti e recarti periodicamente dal dentista per le visite di controllo con tranquillità e serenità. I bambini sono molto sensibili alle paure e ansie trasmesse dagli adulti: se i genitori mostrano paura nell’andare dal dentista i figli assoceranno la sua figura a qualcosa di negativo. 4. Attenzione alla comunicazione: evitate di associare la figura del dentista a una situazione di sofferenza o minaccia. Evitate per esempio, di fronte a un capriccio o a una marachella del bimbo, di dirgli che per punizione lo porterete dal dentista: il bambino sarà in questo modo portato ad associare il dentista a qualcosa di negativo e a nutrire ansia e paura nel momento in cui ci si dovrà recare per una visita. Questi sono tuttavia consigli generali: ogni paziente ed ogni situazione dovranno essere valutati caso per caso cercando il miglior approccio possibile. Nell’approccio con i nostri pazienti l’aspetto psicologico è fondamentale: la pazienza e il giusto tempo sono le nostre armi. Per soggetti molto ansiosi è possibile praticare una sedazione con ansiolitici assunti per bocca (gocce) che consentiranno di controllare agevolmente l’ansia. La somministrazione del farmaco viene fatta da noi presso il nostro ambulatorio: il paziente deve assolutamente evitare auto-somministrazioni di medicinali che possono essere pericolose o controproducenti. Per le terapie più complesse e lunghe è possibile effettuare una sedazione endovenosa con l’intervento di un medico anestesista in cui il paziente rimane cosciente e collaborante (non è un’anestesia totale) rendendo l’esperienza agevole. Solo nei casi di totale non collaborazione o di soggetti particolari si prenderà in considerazione l’intervento in anestesia totale (da programmare in struttura ospedaliera) in cui si eseguirà il maggior numero di cure possibili in un’unica seduta.

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RACCOMANDAZIONI DA SEGUIRE DOPO UN'ESTRAZIONE DENTARIA